Giovedì 22 Settembre alle ore 17.00, Open Class Mobility!!
Prenotati tramite App Palestre.
Le classi di Mobility saranno tenute da Stefano Sesta, istruttore Certificato di Calisthenics & Mobility.
Le classi si svolgeranno tutti i martedì e giovedì alle ore 17,00.
Che cosa è la mobilità articolare (detta anche flessibilità o scioltezza articolare)?
La mobilità articolare è la capacità di eseguire, nel rispetto dei limiti fisiologicamente imposti dalle articolazioni, dai muscoli e dalle strutture tendinee, tutti i movimenti con la massima ampiezza e naturalezza possibile.
Perché certe persone sono più flessibili di altre?
Questo dipende dalla struttura dell’articolazione (compresi i capi articolari e i legamenti); dalle capacità elastiche di muscoli e tendini.
Mentre sul primo aspetto non è possibile intervenire, sul secondo, soprattutto per quanto riguarda l’elasticità muscolare (i tendini di per sé sono poco estensibili) e l’interazione tra i muscoli agonisti e antagonisti, con un allenamento costante e graduale, è possibile ottenere anche ottimi miglioramenti.
Le metodologie di allenamento sono di vario tipo: metodo balistico, metodo dinamico, metodo statico attivo, e stretching statico – statico passivo.
-Nel metodo balistico si utilizza lo slancio di un arto o di una parte del corpo nel tentativo di forzarlo oltre il suo normale raggio di movimento. Il movimento è molto rapido e “rimbalzante”. Questa metodica è la meno efficace e può portare a lesioni perché non permette ai muscoli di adeguarsi e rilassarsi nella posizione allungata scatenando ripetutamente un’azione riflessa conosciuta come riflesso miotatico o riflesso da stiramento
-Nel metodo dinamico si compiono oscillazioni o slanci controllati nel tentativo di arrivare dolcemente ai limiti della propria gamma di movimento. Rispetto alla tecnica precedente è evidente nel metodo dinamico il controllo e il rispetto del proprio ROM (range of movement = ampiezza di movimento). Poiché i gesti proposti da questa metodica di allenamento riprendono la tecnica esecutiva di molti sport, il metodo dinamico viene utilizzato durante gli allenamenti, insieme o subito dopo un adeguato riscaldamento proprio perché non compromettono la performance sportiva, non andando ad inibire la capacità contrattile delle fibre muscolari e la capacità di espressione della forza, come invece uno stretching statico e profondo andrebbe a fare.
-Nel metodo statico-attivo invece si assume una posizione e la si mantiene senza alcun supporto che non sia quello della forza dei propri muscoli agonisti. Durante l’esecuzione degli esercizi relativi a questa metodica di allenamento la tensione della muscolatura agonista contribuisce al rilassamento della muscolatura antagonista tramite un’inibizione reciproca (cioè entrambi i muscoli cercano di svolgere un’azione favorevole rispetto al proprio opposto). I metodi attivi vengono utilizzati soprattutto per la ricerca di una mobilità dinamica che, rispetto alla mobilità di tipo passivo, pur avendo un ROM (cioè un’ampiezza di movimento) inferiore, si dimostra molto più “vicina” al gesto atletico, ma ha lo svantaggio, se erroneamente svolta, di attivare, a causa dell’intervento dei fusi neuromuscolari, il riflesso miotatico da stiramento.
– Nello stretching statico si parte da una situazione di rilassamento, nell’allungare dolcemente un muscolo (o un gruppo di muscoli) fino al suo punto più lontano per poi mantenerlo in quella posizione anche per svariati minuti. In questa pratica può essere di grande aiuto l’uso di dispositivi atti allo scioglimento e rilassamento muscolare come ad esempio il Foam Roller, che se applicato nella parte in cui si concentra la tensione muscolare, aiuta ad allentarla, permettendo così di aumentare l’ampiezza di movimento.
– Nello stretching statico passivo (PNF): “Facilitazione Neuromuscolare Propriocettiva”, si richiede l’intervento di personale qualificato o di un compagno molto attento nel fare assistenza. Consiste, partendo da una situazione di rilassamento, nel portare il gruppo muscolare da allungare in uno stato di massima tensione, per poi contrarlo isometricamente e successivamente, una volta rilasciato, cercare una nuova fase di allungamento. Il compagno interviene durante la fase isometrica e di successivo allungamento.
Dinamiche negli esercizi di allungamento e capacità flessore:
-IL RUOLO DEI FUSI NEUROMUSCOLARI NEGLI ESERCIZI DI ALLUNGAMENTO
I fusi neuromuscolari, presenti nei muscoli volontari e disposti all’interno del muscolo in parallelo rispetto alle fibre muscolari sono dei recettori di tensione sensibili allo stiramento del muscolo. Poiché rilevano la tensione a livello muscolare, la loro attività è importantissima sia per mantenere il normale tono muscolare, sia per eseguire movimenti fluidi in maniera armonica e controllata, sia per prevenire infortuni legati ad un eccessivo allungamento. Essendo sensibili alla velocità con cui vengono stirati, al verificarsi di un repentino ed inaspettato aumento della lunghezza del muscolo, essi attivano una risposta muscolare di tipo contrattile rivolta alla sua salvaguardia strutturale chiamata riflesso miotatico da stiramento.
-IL RUOLO DEGLI ORGANI TENDINEI DEL GOLGI NEGLI ESERCIZI DI ALLUNGAMENTO
Gli organi tendinei del Golgi sono dei recettori localizzati a livello della giunzione tra i tendini e le fibre muscolari e la loro funzione fisiologica è quella di rispondere alle variazioni di tensione del tendine causate dalla contrazione muscolare oppure da stiramenti di tipo passivo, come nel caso dello stretching, riducendo l’eccessiva tensione muscolare, attraverso un meccanismo che va sotto il nome di riflesso miotatico inverso. Si tratta di un’azione inibitoria nei confronti della muscolatura agonista e di quella sinergica e di una facilitazione nei confronti della muscolatura antagonista. Gli organi tendinei del Golgi esercitano quindi una funzione protettrice nei confronti del complesso muscolo-tendineo nel caso in cui dovesse sopportare delle tensioni, attive o passive, eccessivamente elevate.
Effetti degli esercizi di mobilità articolare:
La mobilità articolare non è solo la base del benessere degli sportivi nei quali migliora la coordinazione e l’esecuzione tecnica dei vari gesti atletici, consentendo una maggiore espressione di forza e velocità ed un più rapido recupero della fatica, grazie ad un miglioramento della circolazione sanguigna, ma è rivolta anche a tutte le persone che a causa di posture scorrette e stili di vita sedentari hanno necessità di ritrovare un benessere stabile e permanente, rieducando il proprio corpo a posizioni corrette e ad una nuova consapevolezza, favorendo rilassamento e fluidità generali.